Casavecchia

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La morfologia del vitigno

Dagli studi ampelografici condotti dal Prof. Boselli ed altri su vigneti allevati secondo il sistema tradizionale della zona (il festone) risulta che il vitigno presenta i seguenti caratteri.

L'apice del germoglio, osservato alla lunghezza di 10-30 cm, è di colore verde rosato con sfumature biancastre, con asse eretto (talora a pastorale), aracnoideo ed espanso.
Le prime tre foglioline apicali, di colore verde con orlo carminato, hanno lembo spiegato (talvolta piegato a gronda), con tomentosità aracnoidea.

Il germoglio alla fioritura ha portamento eretto, è glabro, costoluto, con sezione trasversale circolare. I cirri sono bifidi, mediamente lunghi con distribuzione discontinua.
La foglia adulta è di grandezza media, a volte piccola, pentagonale, pentalobata a volte trilobata; la pagina superiore è glabra, di colore verde medio; la pagina inferiore è mediamente tomentosa o con peli molto radi, di colore verde chiaro. Il seno peziolare, rosso, è poco aperto ad U, a volte molto aperto; i seni laterali superiori sono aperti ad U, così i seni laterali inferiori, se presenti. Il lembo è sporgente all'inserzione peziolare, mediamente bolloso; i denti sono a lati rettilinei-convessi, medi.

L'infiorescenza è medio lunga, inserita a partire dal quarto nodo.
Il grappolo si presenta mediamente grande e spargolo, allungato e con più ali. Il peduncolo è visibile, semi-lignificato.

La bacca è di dimensione medio piccola, uniforme, di forma ellissoidale, con sezione circolare; la buccia è spessa, di colore blu-nero uniforme, con ombelico apparente, molto pruinosa.
I vinaccioli, in media due-tre per bacca, sono piriformi, con becco corto. Il tenore zuccherino del mosto è elevato, l'acidità medio bassa.

Le caratteristiche produttive e fenologiche

Il vitigno presenta scarsa vigoria e bassa produttività. Infatti i valori della fertilità reale e potenziale, durante i cinque anni della sperimentazione, non hanno mai superato i valori di 1,27 e 0,96, mantenendosi molto al di sotto dei valori delle varietà di confronto. Elevata è la percentuale di gemme cieche (25,7 %).

Contenuta è la produzione per ceppo, che si attesta in 11,5 Kg/pianta, con peso medio grappolo di 284 g e peso medio della bacca di 1,92 g. La scarsa vigoria del vitigno trova conferma nel valore del peso del legno di potatura, che non supera i 2 Kg.

Il germogliamento avviene, di norma, nella seconda decade di aprile; fiorisce tra la terza decade di maggio e la prima di giugno; l'invaiatura cade a fine luglio, mentre la piena maturazione delle uve si prevede per la fine settembre.

Il vino Casavecchia

Il vino Casavecchia
A questo punto occorre cedere la parola a Moio, che è senza dubbio lo studioso che più degli altri conosce, dal punto di vista enologico, il vitigno e le sue potenzialità:
"E' caratterizzato da una debole acidità titolabile che ne rende agevole il raggiungimento di un equilibrio gustativo ottimale senza la necessità di ricorrere alla fermentazione malolattica. Gli antociani sono molto più elevati dell'aglianico, infatti è un'uva che macchia terribilmente già durante le operazioni di vendemmia, i tannini sono molto morbidi. L'uva Casavecchia viene vendemmiata a metà ottobre ed il vino ha profumi spiccati di frutti rossi estremamente riconoscibili e con caratteri di tipicità del tutto personali. I caratteri aromatici del vino Casavecchia sono differenti da quelli caratteristici del vino ottenuto dall'uva Aglianico, e molto diversi anche da quelli che caratterizzano i vini Merlot, Pinot Noir, Primitivo, Nero d'Avola e Cabernet Sauvignon. L'aroma del vino Casavecchia è molto tipico ed è dominato da attributi sensoriali che descrivono odori erbacei, di foglie secche, di sottobosco, fughi essiccati, pepe verde, carrube essiccate, liquirizia."
Tale giudizio spiega come questo vino con tanta rapidità abbia riscosso ampi ed unanimi consensi da parte delle più quotate guide enologiche.
Dal punto di vista analitico le indagini triennali condotte dal Moio, nell'ambito del programma di ricerca regionale e utilizzando i Centri di microvinificazione attivati dall'Assessorato Agricoltura della Regione Campania, hanno evidenziato che:
La gradazione zuccherina delle uve è variata da un minimo di 22,50 ad un massimo di 24,20 ° Brix; l'acidità titolabile è risultata compresa tra 4,87 e 5,35 g/L, mentre il pH tra 3,39 e 3,49.

Ciò consente l'ottenimento di un vino molto morbido sin dalle prime fasi successive alla fermentazione alcolica.
Per quanto riguarda il corredo polifenolico delle bucce i dati evidenziano che esso sia meno ricco rispetto a quello dell'Aglianico. Molto elevato è il contenuto in antociani.
Tali dati trovano riscontro nelle caratteristiche del vino, che, se presenta elevato contenuto in alcool (13 e 14,20 %) ed in estratti, mostra valori di acidità titolabile decisamente inferiori a quelli dell'Aglianico, ma paragonabili a quelli del Merlot e del Cabernet Sauvignon. La natura del corredo polifenolico, infine, caratterizzato dall'elevato contenuto in antociani, autorizza il Moio a sostenere che "il vino Casavecchia presenta una elevata attitudine all'invecchiamento, periodo durante il quale dovrebbe migliorare notevolmente sia nell'equilibrio gustativo, sia nella complessità aromatica".

Gli studi condotti, nell'ambito del Programma di ricerca regionale, dal Borselli e dal Moio, unitamente agli sforzi compiuti da produttori avveduti, hanno consentito di riscoprire un antico vitigno che potrà contribuire allo sviluppo della vitivinicoltura nell'area dove è stato rinvenuto e conservato.
Molti altri, come indicato in premessa, sono i vitigni campani al momento mantenuti ai margini del comparto, ma meritevoli di analoga valorizzazione. Tanta ricchezza genetica rappresenta un patrimonio che fa ben sperare sulle prospettive di sviluppo di un comparto vitale per l'economia di molte aree della regione.